venerdì 19 ottobre 2007

La Cooperativa de Trabajadores Rurales in Argentina

"La cooperativa è la casa di ciascuno dei vicini e dei compagni che partecipano alla cooperativa e che producono”

(Zuray, socio della Cooperativa).

Si riconoscono innanzi tutto come trabajadores, lavoratori, perché "non possediamo né tenute agricole né imprese, né abbiamo un lavoro nella pubblica amministrazione né viviamo del lavoro altrui, se non del nostro stesso sforzo (…) che è libero, senza padroni, (…) dignitoso, privo di sfruttamento, è condiviso, è per tutti . Questo esprime la parola "cooperativa". Lavoriamo nei campi, nell'allevamento e nella lotta per la terra".
La Cooperativa de Trabajadores Rurales coinvolge una ventina di famiglie che si riuniscono in assemblea per organizzare laboratori di educazione popolare e gruppi di lavoro: c'è un gruppo per l'orto, uno per la commercializzazione, uno d'ingegneria; di quest’ultimo gruppo fa parte Ramòn:“sento di vivere in un modo diverso (…) producendo autonomamente. Per esempio, sto vendendo del latte, vado di casa in casa con una sola vacca. Salgo nelle case per venderne un litro, due litri - quello che la vacca mi dà - e vivo di questo sostentamento"; i prodotti della cooperativa vengono venduti sia ad un gruppo di consumatori organizzato in rete che presso la sede stessa della cooperativa, così come nei mercati e nei piccoli supermercati.

Il sistema di produzione ed anche le scelte di vita dei compagni della Cooperativa sono animati da principi proposti come alternative al modello di produzione e di vita capitalistico: dai gruppi di studio per elevare il livello generalmente scadente di scolarizzazione dei bambini, alla “giornata del bambino”- perché deve esserci un tempo per il gioco e per il rapporto genitori-figli -, dalla diffusione del patrimonio di cultura popolare attraverso i balli tradizionali all’uso di rimedi naturali tradizionali in sostituzione dei farmaci industriali.

Tuttavia il sistema è ostacolato da gravi problemi, nei quali si concretizza la contrapposizione tra agriecologia ed agrinegozio (il capitalismo nel settore primario): in primo luogo i prodotti della cooperativa hanno costi più alti rispetto a quelli delle grandi aziende, in secondo luogo non riescono a soddisfare il fabbisogno di grossi quantitativi di prodotto espresso dai grandi rivenditori (per es. supermercati); a ciò si aggiungono i problemi derivanti dalla scarsa fertilità della terra, legata alla scomparsa dello strato più fertile e più superficiale di humus, la cosiddetta tierra negra.

Il socialismo dei compagni della Cooperativa parte dalla realtà concreta, si costruisce parlando coi propri vicini, discutendo dei problemi quotidiani: niente illuminazione, né sanità, strade disastrate ed una scuola lontana 3 chilometri da percorrere a piedi; in un passaggio storico caratterizzato dalla graduale scomparsa della piccola proprietà e da fenomeni di abbandono delle campagne e di inurbamento, la Cooperativa ha "una consegna molto importante, che è quella di volgersi di nuovo verso il lavoro nei campi".

(Fonte: Biodiversidad)

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