domenica 7 ottobre 2007

America Latina: la lotta per la terra

Da: ANRed (Agencia de Noticias Red Accion)

In vari punti dell’America Latina si conduce una lotta di rivendicazione sulle risorse naturali, che interessa diverse fasce della popolazione, dai popoli indigeni ai movimenti territoriali urbani. Ciascuna con le proprie differenze, denunciano diversi aspetti di uno stesso problema: la speculazione economica, l’esclusione sociale, la disoccupazione, l’oppressione e la emarginazione; sono processi di oppressione che cominciarono ad annientarli, a cancellare le loro tracce, la loro cultura, i loro valori. Oggi tali popolazioni vanno a far parte, poco a poco, del processo di resistenza che portano avanti i popoli originari di tutta l’America Latina, che, in alcuni Paesi come l’Ecuador e la Bolivia, dai quali le lotte sono state capeggiate, hanno visto cadere perfino i propri presidenti.

Alcuni movimenti sono nati negli anni ’90, denunciando la vendita indiscriminata delle terre e la consegna delle risorse petrolifere nelle mani dei privati. A metà della decade di Menem, poi, sono riusciti, insieme alle varie comunità, a farsi riconoscere i loro diritti come popoli nella riformata costituzione nazionale.

La lotta per la terra ha una radice assai profonda nella visione cosmica dei popoli nativi, in cui è la terra la padrona degli uomini, lo spazio nel quale si rende possibile lo sviluppo della cultura comunitaria nel presente come nel futuro; include tutte le risorse naturali, sia materiali che spirituali: la terra come madre della vita. Per i movimenti urbani, invece, non c’è un grado così simbolico di valori nella lotta alla terra, ma le radici sono simili: l’esclusione e la disoccupazione non fecero che aumentare le fasce di povertà che si ammassavano ai margini delle grandi città, la mancanza di politiche pubbliche, sanità, educazione che furono all’origine dei movimenti dei disoccupati. L’impossibilità di accedere ad un tenore di vita dignitoso provoca oggi forti tensioni, con occupazioni di terre nelle quali la consegna è occupare, resistere, costruire.

Purtroppo, a fronte di tante lotte si registra continuamente la repressione da parte dello Stato, che non ammette che il popolo reclami i suoi diritti. L’occupazione delle terre urbane e la lotta per la proprietà comunitaria toccano le radici profonde degli interessi economici di questo sistema. Così le persecuzioni e le manganellate vengono ripartite egualmente fra studenti, insegnanti, disoccupati, lavoratori e movimenti indigeni, mentre le resistenze vanno aumentando e s’incontrano su vie comuni.

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