mercoledì 10 ottobre 2007

Alla ricerca della biodiversità perduta

I panda, gli elefanti, le balene, i leoni... Sono tutti animali che fanno parte dell’immaginario comune come specie a rischio d’estinzione. Chi, almeno una volta nella vita, non si è soffermato a pensare con malinconia: “Come sarebbe brutto un mondo senza leoni nelle savane e senza balene nel mare…” ?
Davvero commovente.
Scommetto però che nessuno si è mai fermato a pensare a come sarebbe brutto un mondo senza ravanelli nell’insalata e senza rosmarino sull’arrosto…
C’è poco da ridere: anche alcuni tipi di piante sono a rischio d’estinzione e, paradossalmente, spesso si tratta delle specie di uso più comune; ma l’uomo, da buon primate risolutore di problemi, ha trovato una soluzione anche per questo, ovvero le banche dei semi… (e per semi si intendono proprio i semi delle piante!!)
Il fenomeno si è diffuso negli ultimi anni in tutto il mondo, anche in Italia; a Pavia, nel 2005 è nata la Lombardy Seed Bank (Lsb), che si occupa della conservazione della flora spontanea attraverso la custodia di semi delle piante e della vegetazione in generale. Si calcola, infatti, che entro il 2050 almeno 100.000 delle circa 300.000 specie di piante superiori viventi sulla terra potrebbero estinguersi, un migliaio in Italia e qualche centinaio solo in Lombardia.
In india, invece, nel 2006 nel Distretto di Chamarajnagar, Stato del Karnataka, si è svolta la Festa internazionale dei semi, organizzata per inaugurare la Banca dei semi originari, e soprattutto per far comprendere ai contadini che solo coltivando i loro semi originari senza pesticidi, erbicidi e concimi chimici, potranno uscire dalla spirale della dipendenza dalle multinazionali e dall'usura e tornare ad essere autosufficienti.
Nel tentativo di conservare la biodiversità tanto minacciata, a volte si percorrono vie che solo fino a qualche anno fa sarebbero parse paranoie da film di fantascienza catastrofico: nelle isole Svalbard, in Norvegia, circa un anno fa sono state gettate le basi per la realizzazione di un deposito di sementi scavato in una montagna artica. Il deposito dovrebbe garantire la sopravvivenza a lungo termine delle colture alimentari essenziali nel mondo, seguendo le linee guida di una più ampia strategia che ha l’obiettivo di tutelare le risorse alimentari collezionando sementi provenienti da ogni angolo del globo.

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